Di Corsa Per Cime Bianche ♻️1 Luglio 2023♻️

Volantino per pubblicizzare evento fatto dall’associazione ripartire dalle Cime Bianche

Racconto di Viaggio

La partenza da Alagna

Sono partito da Alagna leggermente prima del programma (intorno all’1 a.m.), perché non riuscivo a riposarmi dopo il lavoro. Mi aspettavano a Fiery (distante quasi 50 km e 4.000 m D+) entro le 12 pm, ma non potevo correre troppo forte: durante l’allenamento della settimana prima, intorno al Sacromonte di Varese, sono inciampato su una radice e ho sbattuto violentemente il costato su una roccia, meno male che l’iphone che avevo nella tasca davanti dello zaino, ha attutito il colpo e si è rotto lui al posto della costola..😂😂😂

Aveva appena finito di piovere quando ho cominciato a salire il sentiero che da Alagna porta a Pianalunga. Arrivato appena sotto il Col d’Olen (poco meno di 3.000 m) ero immerso nelle nuvole e non vedevo nulla oltre ai miei piedi. Così’ ho attraversato il colle e mi sono ricavato un sentiero tra la neve fino a che non ho incrociato le piste da sci con i cannoni. 

Il passaggio al Col d’Olen a visibilita’ zero

All’albeggiare ero già’ quasi in cima al colle Bettaforca (circa 2.600 m). Lungo la salita che da Gressoney porta al colle Bettaforca si ha una bellissima vista sul ghiacciaio di Indren e sui Lyskamm. Peccato che per salire al colle bisogna percorrere la strada di servizio della pista da sci, tra cartelli lavori in corso, ruspe, enormi tubi per trasportare l’acqua per la neve artificiale….tutto ciò che di unico e appagante si ricava dalla vista del Monte Rosa viene sciupato in pochi secondi da quella vista tremenda.

Quando è inverno e c’è la neve, tutto è coperto dal suo manto bianco ed è tutto bellissimo….ma quando la neve si scioglie le bruttezze del paesaggio emergono in superficie….

La vista sul Rosa salendo alla Bettaforca
Stop! Lavori in corso!
Fauna locale sulle piste da sci
Altro esemplare di fauna che si puo’ incontrare salendo al Bettaforca
Tubi al posto di Marmotte

Arrivato al Colle Bettaforca uno spettacolo davanti a me: la val d’Ayas era coperta da un mare di nubi ed erano tutte sotto di me….

La Val d’Ayas coperta di nubi

Appagato da quel paesaggio da cartolina, Ho cominciato la discesa che mi avrebbe portato prima a Resy, poi al Pian di Verra inferiore e successivamente all’ingresso del Vallone delle Cime Bianche, la valletta di Tsère. Una vera perla! Fortunatamente ai più poco conosciuta. 

La Valletta di Tsère

Dopo questa piccola valle si arriva nel vero e proprio vallone, costituito da 3 lunghi falsopiani con altrettante salite a dividerli….(il che lo rende assolutamente inadatto allo sci da discesa). 

Il Vallone ed in lontananza le 3 Cime Bianche

L’ultima salita mi ha condotto al Colle Superiore delle Cime Bianche (circa 3.000 m) dove ho potuto ammirare dall’alto i due bellissimi laghi del Vallone (ce n’è anche un terzo vicino alla Gobba di Rollin) e il Cervino. Purtroppo da lì in poi, lato Valturnanche, il paesaggio è lunare, con camion e ruspe sempre al lavoro per preparare al meglio la stagione invernale…

Il Colle Superiore delle Cime Bianche

Quindi mi sono girato indietro e sono andato a Fiery, luogo di ritrovo stabilito per l’aperitivo con gli esponenti dell’associazione e del CAI in perfetto orario….anzi no, 10 minuti di ritardo!

Foto Ricordo con maglietta T.A.M. Tutela Ambiente Montano

Come sempre quando corro nel Vallone al cospetto di così tanta, perenne, bellezza la mia corsa ha ripreso vigore, i dolori intercostali spariti, avevo davanti a me 12 km (tra andata e ritorno) fatti di torrenti, cascate, nevai, laghi glaciali e potevo ammirare via via più vicine le Cime Bianche! 

Per tutto il tragitto si è completamente immersi nei suoni della natura e nei suoi ventosi silenzi, cosa che non avviene nelle altre Valli coinvolte, dove il sibilo della funivia la fa da padrone…anche le marmotte se ne devono essere accorte e infatti devono avere traslocato in massa proprio nel vallone….

Per tutto il tragitto non ho incontrato anima viva, e se ci si pensa, è una cosa incredibile….

Ero in un posto unico, autentico, speciale, il mio Luogo del Cuore, uno dei pochi rimasti intatti negli anni dall’opera dell’uomo ed ero completamente solo nel raggio di km!

Ho viaggiato molto sia all’estero che in Italia e purtroppo mi rendo conto che all’estero sono più bravi nel valorizzare le poche cose che hanno….

Noi abbiamo molto molto di più e non siamo capaci di dar valore a ciò che abbiamo…

Nel Vallone, per esempio, c’è un rarissimo esempio di dolomite Valdostana, ci sono vari elementi costituenti il fondo oceanico, un unicum nelle Alpi. Ci sono i cristalli degli abissi, Le spiagge dei dinosauri…solo per citarne alcuni…

Il problema è che solo pochissimi lo sanno….

Ma non è un problema valdostano, purtroppo è un problema strutturale italiano…

Basterebbe semplicemente un buon piano di marketing, una segnaletica accattivante e la manutenzione dei sentieri da parte di personale ad hoc, anziché dai soliti generosissimi volontari del CAI….per far arrivare qui più indotto rispetto alla costruzione del collegamento spendendo pochissimo….

Perché l’ho fatto?

Volevo dimostrare che è possibile partire da Alagna e arrivare al Colle Superiore delle Cime Bianche anche ora, senza collegamento….basta avere un pò di buona volontà e fare fatica….tra l’altro senza correre il rischio di vedersi chiudere la funivia per il vento e dover rimanere bloccato da qualche parte e dover trovare un posto per dormire o un modo per tornare a casa….

Riflessioni

Come si evince chiaramente, da questo racconto, non emerge la parte sportiva, un semplice allenamento in vista del Gran Trail di Courmayeur.

Quel che emerge e’ il significato, cercare di puntare l’attenzione su un tema importante: l’ambiente e l’annoso dilemma….è giusto deturpare l’ambiente per sviluppare il più possibile (a caro prezzo) il turismo invernale o, visti i cambiamenti climatici in atto, sarebbe più lungimirante puntare sul turismo estivo come già fanno con successo alcune regioni del nord Italia e altri stati confinanti?