Ripartire dalle Cime Bianche ♻️ 1 Luglio 2023

Ultra ECO – Trail SOLO con partenza da Alagna alle ore 00:00 dell’1 luglio – arrivo al Colle Superiore delle Cime Bianche e stop a Fiéry (50 Km con 4.300 D+). Evento sostenuto dall’Associazione “Ripartire dalle Cime Bianche” e CAI. A Fiéry ci sara’ breve incontro stampa con possibilitá di ristoro presso il Petit Bar.

Le Cime Bianche

Gran Lago delle Cime Bianche

La Valle delle Cime Bianche è unica nel suo genere nell’intera Val d’Ayas, priva d’impianti, strade, insediamenti o strutture ricettive. E’ parte di una vasta area protetta, la ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220) e racchiude svariate unicità in ambito naturalistico, geologico, ambientale, storico e culturale. Uno dei rari angoli dolomitici presenti in Valle d’Aosta. È stato infine indicato come biotopo particolarmente meritevole di conservazione a livello nazionale, proprio in virtù della sua straordinaria biodiversità”. Dicono sia un Oceano Perduto.

Sfortunatamente, il Vallone è minacciato sin dal 2015 da un progetto funiviario di collegamento tra il paese di Frachey (Ayas) e gli impianti a monte di Cervinia, tuttora sostenuto in sede regionale e locale. La realizzazione di questo impianto esclusivamente funiviario e privo di piste richiederebbe interventi molto impattanti sull’ecosistema, a partire da un massiccio disboscamento della parte inferiore del Vallone e del contiguo Vallone di Nana. 

Quando si ha la fortuna di correre o anche solo di fare trekking in un simile paesaggio se ne ricava la sensazione di essere stati a contatto con un posto unico, di una bellezza struggente, un vero paradiso. Ogni anno cerco di fare almeno una corsa in quella valle percorrendola arrivando dal Pian di Verra Inf. e salendo alla valletta di Tzere e correndola fino alla fine da dove si può ammirare un panorama unico, anche se purtroppo rovinato dall’opera dell’uomo: oltre alla bellissima vista sul Cervino e alla Valturnenche c’è il lago artificiale per l’innevamento delle piste da sci e strade sterrate dove passano ruspe / camion che trasportano e/o prelevano rocce.

Percorro i sentieri di questa valle dall’età di 8 anni, quando i miei genitori, assidui frequentatori della Val d’Ayas, decisero di portarci finalmente a fare la passeggiata delle Cime Bianche….una lunga passeggiata della durata di 8 ore tra andata e ritorno, me la ricordo ancora la prima volta. Ora in 2 ore e 30 vado e torno senza forzare il passo.

Quest’anno ho deciso di fare un allenamento partendo da Alagna e arrivando fino al Colle Superiore delle Cime Bianche, percorrendo tutte le valli che sono state rovinate dagli impianti e attraversando il Vallone delle Cime Bianche proprio per sottolinearne l’immensa bellezza ed unicità e metterne in evidenza, oltre all’assoluta fragilità, il pericolo incombente di perdere irrimediabilmente un luogo che incanta e meraviglia, perché nel suo insieme presenta una straordinaria varietà e stratificazione di ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, storico-
culturali e archeologiche.

Per portare inoltre maggiore attenzione al tema, ho deciso che durante il TOR 2023 SOLO che farò ad agosto, devierò dal percorso originale che prevede la salita attraverso la valle di Nana e attraverserò il Vallone delle Cime Bianche con la successiva discesa a Valturnanche.

Di seguito un articolo molto interessante con i link di riferimento

🇪🇺 Il 21 maggio si è celebrata la Giornata europea di Rete Natura 2000, il principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità distribuita sul territorio. In Valle d’Aosta sono 30 i siti individuati e classificati dalla Regione.
Un volume realizzato nel 2016 “Bocca M., Bovio M., Passerin d’Entrèves P., Poggio L., Tutino S. Natura 2000 in Valle d’Aosta. Regione Autonoma Valle d’Aosta” ne ripercorre le finalità e la designazione, riservando ad ogni sito una scheda. 

Il volume è scaricabile al seguente link: https://bit.ly/42QhOBY

📃 Riportiamo la scheda relativa al sito “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa. ZSC/ZPS IT1204220”, evidenziando due passaggi:

1️⃣ “Dal massiccio del Monte Rosa si stacca per originalità, sempre all’interno della ZSC/ZPS, il piccolo gruppo delle Cime Bianche, che rappresenta uno dei rari angoli dolomitici presenti in Valle d’Aosta, per questo assai rilevante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.”

2️⃣ “Considerata la notevole estensione degli ambienti alpini di alta quota e degli ambienti periglaciali, che non trovano pari superficie su tutto il versante meridionale delle Alpi, il valore ecologico del sito è di assoluto rilievo non soltanto a livello regionale, ma per l’intero arco alpino italiano. Occorre pertanto che queste ampie zone periglaciali rimangano esenti da alterazioni e disturbi di origine antropica.”

🦅La ricerca faunistica, effettuata in occasione della predisposizione dello studio di fattibilità per la linea funiviaria, ha rilevato la presenza nel sito e nelle immediate vicinanza di ben altre 10 specie di uccelli di interesse comunitario, oltre a quelle censite finora, per le quali sono previste misure speciali di conservazione, tramite appunto la designazione di ZPS.
Qui il link per consultare lo studio di fattibilità, previa richiesta delle credenziali: https://www.monterosaspa.com/altre_pubblicazioni
Le immediate vicinanze sono quelle dell’area del progetto funiviario (da Gavine a Jomen) e che, a suo tempo, il comune di Ayas designò come area Ef1 di interesse naturalistico, comprendente il Vallone di Nana e tutta l’area a monte dell’abitato di Saint-Jacques. Una decisione lungimirante,  che di fatto ampliava il sito Natura 2000. 
L’attuale amministrazione comunale ha dichiarato, al contrario, di volersi rimangiare tutto pur di favorire una inutile e devastante infrastruttura funiviaria.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02QCqgCzTSZ2BbNs8SrzHqHEqbxbevr2LeQmJjbNpm96B2fEejxntotxostoCjnpYrl&id=100072006253930

Link di Approfondimento

https://www.lovecimebianche.it

SOLO Ultra Tour du Mont Blanc ♻️ Extended Edition 🏔

Arrivo da un anno molto difficile, prima sospetta pubalgia, poi rottura scomposta della testa dell’omero – in 3 parti – durante una caduta accidentale con relativa operazione infine intervento all’ernia inguinale bilaterale…..e non solo…

Ora, dopo 2 Anestesie totali in 6 mesi, finalmente posso riprendere da dove ho lasciato… Ma con calma…

3 Nazioni – 7 Valli – 3 Tappe – 182 km – 12.200 Metri di dislivello (+12 km e 2.200 D+ rispetto all’originale) – Extended Edition

Il Monte Bianco dalla Val Veny

Questi sono alcuni dei numeri di quello che è riconosciuto come uno dei più bei trekking d’Europa e del mondo. Un fantastico giro intorno alla maggiore vetta delle Alpi, il Tour del Monte Bianco conduce chi lo percorre al cospetto dei ghiacciai e delle guglie del maestoso massiccio, attraverso vallate e valichi, lungo un percorso segnalato sempre in maniera precisa ed accurata.

La lunghezza totale del giro del Monte Bianco tradizionale si aggira intorno ai 170 chilometri (la distanza è variabile perché sono previste alcune varianti) mentre il dislivello è all’incirca di diecimila metri complessivi per tutte le tappe. Il punto più alto toccato, nella versione tradizionale, ad un’altitudine di 2.665 metri sul livello del mare, si trova alla Fénètre d’Arpette, in territorio elvetico.

Partirò da Courmayeur e li vi ritornerò per ben due volte, perchè dopo il primo ritorno a Courmayeur – dopo 170 km e 10.000 metri di dislivello – salirò il sentiero che da Courmayeur porta a Punta Helbronner a 3.462 m di altitudine (arrivo della Skyway Monte Bianco) per godermi un panorama insuperabile per poi ridiscendere (Extended Edition)

3,5 gg
11.180 metri di dislivello positivo.
180 km di sana follia, immerso nella natura ascoltando la sua voce e il suo silenzio…
Circa 40 ore il tempo in movimento.

Sono partito nel cuore della notte di domenica 14 agosto e ho fatto ritorno a Courmayeur poco prima delle 12 di mercoledì mattina, per poi provare la salita fino a Punta Helbronner. Purtroppo avevo già visto dalla webcam della Skyway Monte Bianco che la visibilità era nulla e c’erano venti molto forti. Oltretutto Meteo Swiss segnalava l’arrivo di un forte temporale (è anche nevicato in serata infatti), per cui sono salito fino a poco sopra il Pavillon (2.200 m circa), ho atteso ancora qualche minuto nella speranza che la coltre di nubi in cui era immersa la cima più alta d’Italia di colpo sparisse, fino a quando ho deciso di ritornare giù al parcheggio di Courmayeur dove mi aspettava la mia auto. Sarebbe stata la degna conclusione di un viaggio bellissimo, di cui porterò per sempre dentro di me i ricordi…ho ricevuto molto di più di ciò che cercavo…

Ho fatto quasi il 45% del percorso nella prima giornata per poi fare delle tappe molto omogenee negli altri giorni, in modo da dosare le energie e avere più tempo a disposizione per me. Durante le salite, nonostante lo zaino da 32 litri (avevo con me un drone FPV, che, tra visore, cloche, cavi e batterie, pesava oltre 2 kg), sono riuscito a spingere bene come se facessi un’ultra trail, ovviamente ero rallentato in discesa.

Non ho mai avuto problemi o dolori se non al collo e alle spalle per via dello zaino, credo. Nonostante le due operazioni in breve tempo, devo dire che il mio fisico ha reagito bene.

Il mio target era quello di capire a che punto fosse il mio recupero, da adesso in avanti avrò il giusto tempo per una vera preparazione, il corpo si riprenderà meglio e potrò spingere al 110%.

Dal punto di vista scenografico è sicuramente più bello del Tour del Monte Rosa, se però vengono fatte tutte le varianti al percorso che ti portano a lambire le lingue dei ghiacciai, come ho fatto io, altrimenti potrebbe risultare, per lunghi tratti, monotono. Facendo le varianti è sicuramente più impegnativo in termini di fatica (più dislivello), ma ne vale assolutamente la pena.

Ed è anche molto più semplice del tour del Monte Rosa: ad eccezione della salita alla Tete aux Vents, dove ci sono da fare circa 200 metri di dislivello su diverse scale in ferro incastonate nella parete a picco sulla valle di Chamonix (mi ero dimenticato di soffrire di vertigini…), il percorso è molto easy, non ricordo salite particolarmente impegnative o lunghe come quelle presenti invece nel Tour del Monte Rosa. Fatto in 10-12 giorni può essere tranquillamente percorso anche da famiglie con bambini.

Il momento più difficile è stato proprio l’ultimo giorno perchè, avendo visto le previsioni meteo, ho cercato di arrivare il prima possibile a Courmayeur (distante 32 km) per tentare la salita a Punta Helbronner (3.462 metri), prima che arrivasse il temporale che, su quel percorso con pendenza media al 40-45%, avrebbe reso la salita particolarmente rischiosa (nell’ultimo km si sale di 640 metri di dislivello). Per cui ho lasciato il rifugio sotto il Col du Bonhomme abbastanza presto (4.00 AM), c’era un vento fortissimo, mi è stato contro fino al Col de la Signe (circa 10-12 km), il cielo era limpido ma proprio dal Col de la Signe stavano cominciando a venire giù le nubi e in poco tempo mi sono ritrovato dentro una fitta coltre di nuvole, riuscivo giusto a vedere pochi metri di sentiero…faceva molto freddo e il vapore acqueo impregnava qualunque cosa, ma ero attrezzato, non bisogna mai sottovalutare la montagna, a qualunque altezza tu sia, bisogna portarle rispetto, cosa che purtroppo non vedo fare molto spesso.

Difficile scegliere un momento più bello tra i tanti…ma ce n’è uno sicuramente magico: a 50 metri dal rifugio La Croix du Bonhomme, che avevo scelto per dormire, a circa 2.500 metri di altezza, improvvisamente dopo le 17 ha cominciato a radunarsi un gregge di circa 50 stambecchi con tanti piccoli che si divertivano a scornarsi gli uni con gli altri…per circa 3 ore ho assistito, con gli occhi di un bambino a questo spettacolo unico…

Obiettivi futuri? Ad aprile con tutta probabilità parteciperò all’Ultra Trail di Madeira e l’estate prossima finalmente farò il Tor Des Geants © in solitaria…

UTMR SOLO – 155km 10.000 D+

Fin da quando ero piccolo avrei voluto compiere il giro del Monte Rosa, ma mai avrei pensato di riuscire a farlo da solo e in meno di due giorni. Sono stato tra i primi ad iscrivermi all’edizione 2020 dell’UTMR e quando hanno cominciato ad esserci i primi Lockdown mi sono comprato un tapis roulant che mi potesse permettere di allenarmi in salita (+25%) stando tranquillamente a casa guardando ore e ore di Netflix: non potevo mancare alla partenza della gara a settembre!

Quando a giugno Lizzy Hawker comunicò la cancellazione della gara e il rinvio all’anno successivo, non ci ho pensato su due volte e l’ho contattata per sapere dove avrei potuto trovare le fontanelle nella parte svizzera che non conoscevo assolutamente: l’avrei fatto da solo!

Non ho perso tempo e da giugno sono andato in Val D’Aosta ogni weekend: dovevo macinare dislivello e km per essere pronto a fine agosto.

Avrei dovuto partire il 29 agosto a mezzanotte da Alagna e dirigermi verso Macugnaga. Purtroppo proprio in quei giorni le condizioni meteorologiche hanno cominciato a peggiorare portando importanti piogge e nevicate lungo tutto l’arco alpino. Ho così dovuto aspettare la giusta finestra di bel tempo.

Alla sera del 30 agosto, sapendo che ci sarebbero state delle schiarite di li a poche ore, mi sono diretto ad Alagna e ho atteso circa un’ora da solo nel posteggio del Vold che passasse la perturbazione.

Alle 00.07 del 31 agosto sono finalmente partito, direzione Passo del Turlo! Il cielo si è rasserenato ed è uscita una luna che mi ha illuminato la strada. Le temperature sono scese improvvisamente e il terreno, che era completamente bagnato, di colpo ha cominciato a gelare causandomi non pochi problemi in quanto i lastroni walser sono estremamente scivolosi. Giunto al passo del Turlo ho trovato circa 15-20 cm di neve. Ho cominciato la discesa verso Macugnaga. Era la seconda volta che la percorrevo, la prima nel 2020 e devo dire che nonostante fosse buio pesto me la ricordavo bene. Attorno a me sentivo il rumore dell’acqua dei torrenti ingrossati da almeno 48 ore di intense piogge. In alcuni tratti il sentiero era un tutt’uno con il torrente, fortunatamente avevo le mie preziose Uragano GTX La Sportiva e me la sono cavata egregiamente nonostante qualche scivolata, ma, ahimè, non ho ancora trovato una scarpa che sulle rocce bagnate rimanga ben attaccata al terreno. Verso le 4 del mattino sono arrivato a Macugnaga e da li in poi avrei percorso un centinaio di km su sentieri a me completamente sconosciuti.

La salita al Moro è stata molto dura in quanto in gran parte coperta di neve. Arrivato al rifugio, il gestore mi ha detto che non c’erano tracce per la discesa in Svizzera e che il sentiero era coperto, così come i segnavia. Fortunamente era sorto un bel sole e non avevo problemi di visibilità. Il sentiero era a tratti molto esposto e attrezzato con le corde ma grazie al Gps del Garmin con la mappa precaricata mi sono orientato benissimo.

Dopo qualche ora sono giunto a Saas Fe, dove avrei dovuto affrontare la parte più difficile: 16 km a mezza costa su tratti molto esposti con innumerevoli parti di sentiero attrezzato e 3-4 frane, un paio storiche e consolidate e un paio molto recenti, instabili anche per via delle recenti piogge. Per uno che soffre di vertigini è stata sicuramente un’impresa ardua!

Arrivato a Grachen con 3 ore di ritardo sulla mia tabella, ho incontrato Lizzy Hawker, organizzatrice dell’UTMR la quale mi ha accompagnato per un breve tratto in cui abbiamo avuto una piacevole conversazione e mi ha dato qualche prezioso consiglio sul prosieguo.

Ho quindi ripreso il sentiero, facendo attenzione però a stare sul sentiero più basso in quanto quello più alto era stato bloccato da una recente frana. Ho quindi proseguito per Tash dove mi sono fermato a mangiare, fare la doccia, caricare l’impossibile e riposare per circa 3 ore.

Di buona lena, alle 4 di mattina sono ripartito direzione Zermatt. Il cielo era tutto coperto, buio pesto e non vedevo l’ora di raggiungere il ghiacciaio del Teodulo per superare il passo omonimo, ultimo punto difficile che mi separava dal ritorno ad Alagna. Arrivato a circa 2.400 metri di altezza, la sorpresa: Il cielo diventò improvvisamente limpido: avevo superato tutte le nubi che ora erano ai miei piedi!

Riscaldato dal bellissimo sole ho superato il tratto di ghiacciaio e raggiunto il Passo del Teodulo con relativa facilità.

Di li in poi tutto sarebbe stato in discesa (più o meno) ma giocavo in casa, perché sui sentieri da Cime Bianche ad Alagna ci sono cresciuto e poco importa che da Gressoney ad Alagna piovesse acqua e neve e la visibilità fosse meno di 10 metri, ormai ero a casa!

Se volete vedere i video e leggere le interviste cliccate nei link sotto.

Relive ‘Ultra Tour Monte Rosa ⏩ SOLO 🔄’

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Clicca sulle immagini seguenti per leggere le interviste

MonterosaSKI RUN

Ultimo allenamento prima dell’ UTMR SOLO di fine agosto 2020. Sono partito alle 3 da Alagna per ritornarvi intorno alle 5 del pomeriggio, dopo avere percorso circa 65 km con quasi 5.000 m D+. Ho seguito il percorso dell’ UTMR al contrario da Alagna fino alla Bettaforca e invece di andare verso il Pian di Verra Inf. ho deviato verso il Crest per ritornare verso la Vale del Lys attraverso il Colle Pinter seguendo il percorso del TOR DES GEANTS fino a Gressoney e poi dirigermi verso l’Ospizio Sottile e la Val Vogna. Bellissimo itinerario: si ha modo di vedere 3 valli stupende. Valsesia (in particolare la Val D’Otro), Valle del Lys, Val d’Ayas. Non ci sono difficoltà tecniche, basta solo avere buone gambe per fare l’ultima salita all’Ospizio Sottile dopo 50 km nelle gambe si fa un pò fatica a fare 1.200 m D+ con quelle pendenze.

100 KM SOLO

Allenamento di Trail Running 100 KM in solitaria e totale autosufficienza partendo da Champoluc di prima mattina (3:00 AM) e dirigendomi verso il Crest per arrivare a Gressoney attraversando il Colle Pinter. Da Gressoney sono salito al Gabiet e proseguito verso il sentiero UTMR a ritroso, scendendo quindi verso Staffal per poi ritornare nella Val d’Ayas attraverso il Colle Bettaforca. Una volta giunto a Resy ho proseguito per il Piani di Verra Inferiore, la Valletta di Tzere e seguito tutto il Ru Courtod fino al Pian Delle Signore sopra Barmasc. Sono ritornato a Champoluc per una brevissima sosta alimentare con doccia e sono ripartito con destinazione il bellissimo vallone delle Cime Bianche che ho attraversato fino ad arrivare al Colle Superiore per ammirare il Cervino libero da ogni nuvola. Tornato indietro fino a Saint Jacques sono risalito al Lago Ciarcerio per proseguire tramite il colle Sarezza verso i laghi Pinter prima e i lago Perrin successivamente, scendendo quindi nel bel vallone di Mascognaz e arrivando a Champoluc (tot. 102 KM con 6.600 m D+ in poco più di 21 ore).

Relive ‘💯 Km Solo #ripartiredallecimebianche’

TOR130 – TOT DRET – GRESSONEY-COURMAYEUR

Il TOR130 – Tot Dret è la  corsa che si affianca al più duro e affascinante trail al mondo: il Tor des Géants®.
Un assaggio, e anche piuttosto consistente, degli ambienti magici che attraversa e delle sue atmosfere non replicabili. 

DA GRESSONEY A COURMAYEUR TOR130 – TOT DRET!

Un trail di 130 chilometri e 12 mila metri di dislivello positivo che parte da Gressoney e arriva a Courmayeur. 
Una gara vera, impegnativa, affascinante, con le montagne più ambite della regione – Monte Rosa, Cervino e Monte Bianco – a fare da attrattiva e da maestosa scenografia.
Le barriere orarie sono fissate calcolando la percorrenza media sui 3,02 KM/h per i passaggi più lenti, una gara dura ma unica per la sua bellezza adatta a trailers ben allenati e preparati.

https://www.tordesgeants.it/it/content/tor130-tot-dret-gressoney-courmayeur

Relive ‘⛰TOR130 – Mangio & Dormo mentre corro😂’

Settembre 2019 – Veramente estenuante!

GTC 105 – GRAN TRAIL COURMAYEUR

Il percorso si snoda lungo i sentieri del territorio compreso tra CourmayeurPré-Saint-Didier e La Thuile, per una lunghezza totale di 100 km circa ed un dislivello positivo di 7900 mt, sviluppandosi prevalentemente lungo la Val Veny e la Val Ferret.

Dopo la partenza dal Courmayeur Mountain Sport Center (1250m SLM), il percorso si dirige verso le Fonti Vittoria per poi imboccare il sentiero che porta a Champex di Pré-Saint-Didier.

Dalla piscina del paese termale si sale, passando da Molliex, verso il vallone di Petosan, dove gli atleti potranno trovare il primo punto di ristoro (1753m SLM). Attraversando Plan Praz, il “Sentiero delle Miniere”porta al Rifugio Deffeyes (ristoro, 2500m SLM), anticipato da un breve tratto attrezzato con le catene.

Dal rifugio si scende verso le cascate e si arriva ad Arly di La Thuile (1450m SLM)dove, percorso circa un terzo dell’intera gara.

Seguendo a ritroso una parte del percorso del Tor des Géants® si raggiunge l’imbocco del vallone di Youlaz (ristoro 2047m SLM), il Colle dell’Arp (2572m SLM), il Colle di Youlaz (2661m SLM) ed il punto più alto della corsa sotto il Mont Nix (2830m SLM).

Un lungo traverso porta i trail runner fino al Colle du Berrio Blanc (2818m SLM) ed al Mont Fortin (2755m SLM), dove si trova un altro punto ristoro (bivacco mobile elitrasportato).

Da qui, fiancheggiati i laghi, ci si dirige verso il Col Chavanne (2598m SLM) per poi scendere verso il Col de la Seigne (2510m SLM) e le casermette (2290m SLM): il sentiero porta a girare attorno alle Pyramides Calcaires(2573m SLM) e raggiungere il punto ristoro del Rifugio Elisabetta (2197m SLM).

Da lì parte il percorso del giro del Monte Bianco, che tocca il Lago Combal (1952m SLM), sale all’Arp Vieille (2303m SLM), costeggia il Lago Checrouit (2151m SLM), fino ad arrivare al Rifugio Maison Vieille (1952m SLM), dove c’è l’ultimo ristoro prima della base vita di Courmayeur.

Si scende di nuovo verso la Val Veny, attraversata la sabbiera, inizia la salita verso il Pavillon du Mont Frétyche porta alla stazione intermedia di Skyway Monte Bianco dove si trova la base vita.

Utilizzando il vecchio sentiero si raggiunge La Palud e, attraversato il ponte, si inforca il sentiero per ricongiungersi con la balconata in località Lechey.

La splendida balconata della Val Ferret conduce verso il Rifugio Bonatti ed il vallone del Malatrà, a circa metà percorso, dove si trova il ristoro presso l’alpeggio del Giouè (2215m SLM).

Da qui si attaccano gli ultimi due colli, Entre deux Sauts (2524m SLM) e Col Sapin (2435m SLM) per poi iniziare la discesa verso CurruLa SucheL’Ermitage e tornare al traguardo del Courmayeur Mountain Sport Center.

https://www.gtcourmayeur.com/it/content/gtc-100km-7900m-d

Relive ‘Gran Trail Courmayeur ⛰’